In redazione ci anticipano l’uscita di “Non Mi Resta Che Dio” (“la storia di un visionario, un innovatore in cui il tentativo è stato sempre più forte della realizzazione delle cose, uno per cui la cosa più importante era la intuizione”), libro scritto da Claudio Teseo, fondatore dell’Università Popolare Cattolica di Roma nonché già imprenditore e presidente di diverse cooperative sociali italiane.

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L’Università Popolare Cattolica, sita a Roma in Via Santa Teresa 23, accanto ai corsi universitari classici, propone ai suoi studenti anche esperienze formative di Educazione Permanente e Formazione Continua. Si tratta di corsi che vanno ad approfondire temi di grande attualità e sempre molto discussi. 

Tra i temi affrontati, l’Università Popolare Cattolica non manca di avere uno sguardo privilegiato sull’argomento che mette in relazione la fede ed il servizio, affinché i giovani si sentano chiamati ad esaminare come spendono il loro tempo, i loro talenti ed i loro doni. In uno dei suoi Angelus, Papa Francesco ha affrontato questo tema, prendendo spunto dalla Parabola dell’evangelista Luca, evidenziando due “immagini” restituite da questa pagina: quella del granellino di senape e quella del servo disponibile. 

A partire dalla piccolezza e dalla semplicità del granellino di senape, il Santo Padre ha voluto sottolineare che la fede, seppur semplice, può essere in grado di sradicare un gelso, per poi piantarlo nel mare. Nonostante appaia una cosa irrealizzabile, Papa Francesco ha affermato che con la fede, tutto diventa possibile a Dio mentre, chi si affida alle proprie forze, non riuscirebbe in gesti così grandi ed impossibili agli occhi umani. Pertanto, le parole del Papa hanno messo al centro il tema della fede, ma una “fede che non è superba e sicura di sé”, poiché umile e semplice “sente un grande bisogno di Dio, abbandonandosi con piena fiducia a Lui”. 

“Non Mi Resto Che Dio” – Claudio Teseo – Prossime uscite romanzi in Italia

(narrativa italiana su IBS: https://www.ibs.it/libri/narrativa-italiana)

La speranza che deriva dalla fede, che è speranza come sentimento frutto di chi conosce già la meta del suo traguardo, permette all’essere umano di osservare la vita con lo sguardo di Dio. Dunque, con la consolazione e la speranza, in grado di sostenere l’uomo nelle vicende alterne della quotidianità, fatte di salite e discese, prove e sofferenze, ma nella piena e ardente certezza che il male non ha mai la parola ultima.  Inoltre, Papa Francesco ha invitato il fedele a fare verifica della purezza e dell’autenticità della propria fede, mettendola in relazione con il servizio. Servizio che è l’unica misura con cui stimare la propria fede. Partendo, così, dalla Parabola dell’Evangelista Luca, il Santo Padre ha sottolineato che proprio la presenza di un padrone prepotente e indifferente “fa risaltare l’atteggiamento di disponibilità del servo”. Infatti, ha affermato il Pontefice, che l’uomo che ha fede si abbandona completamente al Signore, senza condizioni, volontà e fini. E questa attitudine, ha sostenuto ancora il Papa, è lo specchio del comportamento del cristiano all’interno della sua comunità. Comportamento che si fa gioia, quando essa si declina nel servizio verso il prossimo. Servizio che si fa ricompensa, senza che il cristiano vada alla ricerca di riconoscimenti o guadagni. E il senso del servizio, ricorda Claudio Teseo, quello vero, si racchiude proprio al termine della Parabola quando Gesù, nel versetto 10, afferma: “Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”. Così, ha affermato Papa Francesco, è nell’esempio dei servi inutili “senza di essere ringraziati, senza rivendicazioni” che il cristiano rende nuovo anche anche il suo servizio per la Chiesa. E, a conclusione dell’Angelus, ancora Papa Francesco ha detto: “Siamo servi inutili è un’espressione di umiltà, disponibilità che tanto fa bene alla Chiesa e richiama l’atteggiamento giusto per operare in essa: il servizio umile, di cui ci ha dato l’esempio Gesù, lavando i piedi ai discepoli”. L’inutilità che fa rima con umiltà, infine, trova il suo compimento nel modello – centro di ogni virtù e titolo, la Vergine Maria. E il Pontefice ha indicato proprio Maria, quale bussola essenziale, per proseguire lungo la strada dell’umiltà e del servizio, al fine di vivere una fede autentica, vera e pura. 

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